Il primo nucleo del nascente Museo venne inaugurato il 20 marzo 1994 per iniziativa di alcuni cittadini riunitisi in associazione che si misero alla ricerca, nelle case rurali del territorio, di oggetti ormai dismessi, così da portare alla realizzazione di una vera e propria raccolta museale provvisoriamente ospitata nel chiostro della chiesa di S. Carlo Borromeo, messo a disposizione dai Frati Minori Conventuali. Dal 1999, con la donazione dell’intera raccolta, il Comune di Cave è diventato il soggetto gestore del Museo.
Attualmente il museo è ospitato nei locali al piano seminterrato dell’ex Convento degli Agostiniani, nel centro storico di Cave, da sempre utilizzati a deposito, cantina e stalla e recentemente restaurati e dotati di una struttura espositiva in ferro su cui hanno trovato posto circa 1300 oggetti e strumenti appartenuti, nel lontano passato, alle genti della campagna, per il lavoro e l’uso domestico, distribuiti secondo un criterio tematico, al fine di illustrare ai visitatori gli aspetti legati alle pratiche quotidiane, dal lavoro contadino o in bottega alle consuetudini domestiche, attraverso la ricostruzione di contesti ambientali perduti che si traducono in percorsi didattici - informativi: la casa, rappresentata dalla cucina e dalla camera da letto; il mondo agricolo e quello delle attività artigianali.
Una piccola sezione è dedicata alla coltivazione del tabacco, che fino agli anni settanta del Novecento ha rappresentato un’importante attività produttiva, controllata e incentivata dallo Stato fin dal 1908. Un altro settore espositivo è dedicato agli strumenti di lavoro relativi ai mestieri tradizionali e più praticati: vi trova posto tra gli altri una grande pressa per la fabbricazione dei mattoni. Completano l’attuale allestimento svariate fotografie di abitanti di Cave nei costumi d’epoca oppure colti in ambientazioni di vita contadina.
Grande interesse hanno mostrato le scuole di Cave e del territorio laziale. Visitare il museo è stato per i ragazzi come leggere alcune pagine di storia, una storia che non figura sui libri di testo in modo così immediato e avvincente.
Via della Torre Antica Palazzo Aldobrandini snc 00032
Telefono:
06.9717434
Fax:
06.97180028
Il museo territoriale di Carpineto” La reggia dei Volsci” è sito nel palazzo seicentesco dei duchi Aldobrandini circondato da un giardino barocco con teatro all’aperto. Si sviluppa su tre piani: ristorante al piano inferiore, con alcune sale espositive; piano nobile espositivo e biblioteca centralizzata delle 25 comunità lepine, che accoglie già circa 3.500 opere storico-letterarie dei monti Lepini.
Il museo si ispira nella sua progettualità alla civiltà di una comunità agropastorale con forte aspirazione al bello ed all’arte. In 9 sezioni si racconta lo spazio urbano, il tempo scandito da orologi pubblici e opere campanarie (campana dell’abbazia di Valvisciolo, sec.XIII), le opere artigianali intra moenia e agropastorali extra moenia, per poi raccontare gli splendori del ducato aldobrandino, rievocato anche nel “Pallio della Carriera”, aspettando il Caravaggio (“Il san Francesco in meditazione sulla morte” già nel convento francescano di Carpineto) e il periodo della rinascita religiosa fino all’avvento di Leone XIII sul soglio pontificio prima del grande esodo migratorio in terre lontane, significato attraverso la ricostruzione simbolica di un microambiente con botteghe carpinetane in un vicolo newyorkese. Sono in allestimento due sezioni: Brigantaggio e Musica a Carpineto, con strumenti e manoscritti musicali.
Al Museo sono strettamente collegate due Mostre permanenti, Simulacrum, nella chiesa di San Giacomo, che offre uno spaccato d’arte sacra della zona, e i Cimeli di Leone XIII, nella chiesa di San Nicola con un itinerario nelle memorie del pontefice.
Apertura museo:
Periodo Estivo (aprile - ottobre):
Mercoledì ore 09,00-13,00 e 15,00-18,00; Sabato e Domenica ore 10,30 - 13,00 e ore 16,00 - 19,00.
Periodo Invernale (novembre - marzo) :
Mercoledì ore 09,00-13,00 e 15,00-18,00; Sabato e Domenica ore 10,30 - 13,00 e ore 16,00 - 18,30.
Aperture straordinarie nel periodo estivo (orario anche notturno Biglietto ordinario:euro 3,00
- Gruppi programmati (almeno 10 persone): euro 2,00
- Scolaresche: euro 1,00 (obbligatoria la prenotazione, max 30 persone)
Il Museo Civico di Bracciano ha sede all’interno dell’ex convento di Santa Maria Novella, fondato nel XV secolo dai frati agostiniani. L’edificio, restaurato tra il 1998 ed il 2003, accoglie anche l’Archivio Storico Comunale.
Esso si propone quale museo della città e ciò ne giustifica il criterio espositivo; le opere raccolte, infatti, testimoniano della vita di Bracciano nel corso dei secoli, offrendo al visitatore un'immagine della quotidianità piuttosto che l'episodio straordinario.
Secondo un ordinamento cronologico, nella sezione archeologica, e tematico, in quella storico- artistica, il percorso espositivo è così organizzato:
La prima sezione (sala A) introduce il visitatore al museo ed alla Comunità di Bracciano, intesa come l’istituzione dalla quale avrà origine il Comune. Vi si trovano mappe e reperti legati alla vita istituzionale; di particolare interesse gli oggetti usati anticamente dai consiglieri comunali.
Sezione archeologica: nella sala B (età etrusca) sono esposti i reperti, tutti provenienti da scavi effettuati in questo territorio, che documentano la presenza di insediamenti in epoca precedente la romanizzazione dell'Etruria.
Nella sala C vi sono i reperti d'età romana e paleocristiana, alcuni dei quali provenienti dall'importante area archeologica di Forum Clodii. Alcune opere testimoniano la modalità, comune in epoca tardo antica, di riutilizzare materiale di recupero.
La collezione, in prestito al museo, appartiene al dott. Bruno Panunzi.
La sezione storico artistica, ordinata per temi, contiene opere diverse: la sala a tema “La committenza e gli artisti” contiene opere che furono realizzate per le maggiori committenze locali, pubbliche e private, da artisti chiamati a operare a Bracciano o di origine braccianese.
Al centro della sala il bellissimo gruppo scultoreo di Cristoforo Stati (1556-1619), artista di Bracciano. Nella sala a tema “Testimonianze d’arte sacra” sono esposti oggetti, arredi e paramenti liturgici provenienti dalla vicina chiesa di Santa Maria Novella, che era parte del convento. Di particolare importanza è il Cristo Salvator Mundi, attribuito alla cerchia di Andrea Bregno, datato alla fine del XV secolo.
A corredo del percorso di visita molte e interessanti installazioni e postazioni multimediali dedicate in particolare alla didattica e ai giovani visitatori, per cui viene svolta un'intensa attività didattica.
Per approfondimenti e notizie consultare anche la pagina facebook del Museo Orario di apertura dal 15 settembre al 31 maggio mart-ven.: ore 9:00-13:00. Sab., dom. e festivi: ore 10:00-18:00. dal 1 giugno al 14 settembre
mart-ven.: ore 17:00-20:00. Sab., dom. e festivi: ore 10:00-13:00 e 17:00-20:00 Biglietti: Intero: € 3,00; ridotto: € 1,50 (dai 6 ai 18 anni d'età, gruppi di almeno 20 persone, scolaresche residenti a Bracciano aventi oltre 14 anni); gratuito:(fino a 6 anni d'età, residenti a Bracciano fino a 14 anni, adulti over 65 anni, portatori di handicap con accompagnatori , scolaresche delle scuole primarie e secondarie di Bracciano con relativi insegnanti ed accompagnatori - max 2 per classe-, accompagnatori di gruppi di almeno 20 persone)
Il museo archeologico naturalistico minerario, fondato come Antiquarium nel 1956, ha sede nello storico Palazzo della Reverenda Camera Apostolica edificato nel 1580.
Il Palazzo Chigi di Ariccia, ristrutturato e ampliato tra il 1664 e il 1672 su progetto di Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana, è un esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo arredamento. Sulla frontestante piazza di Corte sorge la chiesa dell’Assunta disegnata dal Bernini per papa Alessandro VII - Chigi, uno dei complessi architettonici più prestigiosi del barocco romano.
La prestigiosa sede del Museo, progettata da F. Gasparoni intorno al 1834, è ispirata al gusto neoclassico. Nelle sale interne conserva ancora la delicatissima decorazione pittorica di G. B. Caretti. Il museo si articola in 23 sale espositive disposte su 3 piani e un parco archeologico annesso. Raccoglie, senza soluzione di continuità, 2350 reperti che vanno dal paleolitico al primo rinascimento illustrati da un valido apparato didattico arricchito da due punti multimediali interattivi. Nella prima sala si conserva una raccolta di minerali relativi alla formazione del Vulcano Laziale; nelle sale successive testimonianze del paleolitico, dell’età del bronzo medio, tra le quali quelle del villaggio palafitticolo sommerso nelle acque del lago Albano e della Civiltà Laziale, con importanti reperti riferibili, tra l’altro al primo nucleo abitativo di Alba Longa. Dell’età arcaica risulta di grande rilievo la testina fittile policroma di un guerriero latino (V sec. a.C.). Del periodo romano, paleocristiano, medievale e rinascimentale sono esposti reperti provenienti da complessi archeologici cittadini e dal territorio circostante.
Particolarmente notevoli sono i materiali provenienti dall’insediamento dei Castra Albana e della legio II Parthica Severiana e i recenti rinvenimenti della villa romana in località Cavallacci. Una raccolta di materiale documentario fa riferimento ai monumenti che insistono sul territorio (anfiteatro, catacombe...) fornendo utili indicazioni alla loro visita.
Orario di apertura al pubblico:
Lunedi e giovedì: 09-13,00 e 15:30-18:30
martedì, mercoledì, venerdì 09-13,00
sabato, 8,00-14,00 (e 17,00-19,00 su prenotazione)
domenica 09,00-13,00 (e 17,00-19,00 su prenotazione)
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Il Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado fu inaugurato nel 1935. Contava allora solo di una settantina di opere donate dagli artisti che frequentavano il paese. Tra di loro vi erano personaggi importanti entrati a far parte della storia dell’arte come De Carolis, Carena, Pirandello, Bocchi, Cavalli, Capogrossi, Spadini, Kokoschka, Gaudenzi, Selva, Sartorio, Zanelli, Pasquarosa ed altri. Oggi il museo ospita più di cinquecento opere ed è considerato nel suo genere tra i più interessanti d’Italia.