Il Museo Archeologico di Valmontone è stato inaugurato nel 2003 per ospitare i reperti rinvenuti sul finire degli anni Novanta nel territorio comunale in seguito al monitoraggio archeologico effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio sulla tratta ferroviaria del treno Alta Velocità.
Il Museo del Giocattolo è stato inaugurato nel marzo del 2005 ed ha la sua sede all’interno del cinquecentesco Palazzo Rospigliosi, dove si estende, per circa 1400 metri quadrati.
Il Museo di Geofisica è situato a ridosso dell’Antica Fortezza Colonna, in posizione panoramica e dominante sul vecchio centro storico di Rocca di Papa. Illustra l’idea e i dati scientifici che hanno portato alla modellazione dell’interno della Terra. Si parte da un gioco filosofico e s’incontrano exhibit, macchine ludiche, strumenti e documenti scientifici della geologia, della geografia e della fisica terrestre; scienze che hanno contribuito alla conoscenza dell’interno della Terra. Vi è un modello interattivo dell’interno della Terra, che illustra il percorso delle idee scaturite dalle menti degli scienziati, per arrivare alla definizione del modello universalmente accettato. Sono anche illustrate le teorie avanzate nel XVI sec., quando più nessuno supponeva che la Terra avesse una forma diversa dalla sferica, e s’incominciò a pensare a cosa vi fosse nel suo interno. Nel terrazzo è illustrata l’evoluzione geologica del vulcanismo albano. Si possono osservare un plastico geologico del vulcano laziale e una serie di campioni delle principali tipologie rocciose dell’area.
Il Museo delle Navi Romane fu creato tra il 1933 e il 1939 per ospitare due navi imperiali appartenute all’imperatore Caligola (37-41 d.C.) recuperate nelle acque del lago di Nemi tra il 1929 e il 1931. Distrutte da un incendio nel 1944, il Museo è stato riaperto definitivamente alla fine degli anni ’80.
Nell’edificio museale sono esposti i materiali e la documentazione relativa agli scafi e alla storia del loro recupero.
Una sezione pre e protostorica espone materiali litici, reperti della media Età del Bronzo (XVI sec. A.C.) e dell’Età del Ferro (XI-VIII sec.a.C.) provenienti da insediamenti e necropoli dell’area dei Castelli Romani. Una sezione è riservata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale con particolare riguardo ad alcuni aspetti della religiosità. Vi sono esposti, inoltre, reperti provenienti dagli scavi al Santuario di Diana Nemorense e materiali di alta qualità artistica rinvenuti negli scavi di Ardea e dell’antica Satricum, tra cui terrecotte architettoniche e materiali ceramici provenienti da stipi votive. Vi è inoltre esposta parte della collezione archeologica del Castello Ruspoli di Nemi.
Il Museo, facente parte del Polo Museale di Monte Porzio Catone, è ospitato in tre distinti locali del centro storico deputati, fino a pochi anni or sono, proprio alla lavorazione dell’uva, prodotto strettamente legato alla cultura e all’economia del territorio, al centro della produzione del vino Frascati. La denominazione si riferisce all’articolazione modulare e non continua della struttura espositiva.
Inaugurato il 03 dicembre 2005, il Museo della Città fa parte del Polo Museale di Monte Porzio Catone ed è ospitato in quattro ambienti recentemente restaurati del nucleo seicentesco del Duomo. L’esposizione è articolata in tre sezioni nelle quali la eterogenea collezione, comprendente reperti archeologici (ceramiche d’impasto dell’età del ferro, uno splendido mosaico policromo e frammenti di affresco di età imperiale, terrecotte architettoniche, statuaria e monete, provenienti da Tusculum e dalle splendide ville tuscolane, una bolla papale medioevale, maioliche del XIV-XVIII secolo), tele del XVII-XVIII secolo, incisioni e materiale documentario originale del XVI-XIX secolo inerente il Grand Tour e la storia della Comunità, è integrata da plastici, un ricco apparato didattico-illustrativo, comprendente pannelli e postazioni video – informatiche.
Un esplicito invito alla riscoperta e alla visita del ricco patrimonio archeologico e storico-artistico disseminato in questo distretto geografico (Tusculum, Barco Borghese, riaperto al pubblico da aprile 2011, villa di Matidia, “Casaccia”, S. Antonino, Villa Mondragone, l’Osservatorio Astronomico e il centro storico), rafforzato dagli accordi di collaborazione con Villa Modragone-Centro Congressi dell Università di Tor Vergata e con l'Osservatorio Astronomico, attraverso i quali i tre istituti attueranno politiche di valorizzazione del territorio Orario:
venerdì, sabato, domenica 09,00-13,00 e 15,00-19,00
Aperture straordinarie in occasione di eventi, prenotazioni Pubblicazioni del museo:
Collezione Tuscolana (Quaderni del Museo di Monte Porzio Catone, Musei in piccolo, Itinerari e Monumenti)
Guida al Polo Museale di Monte Porzio Catone, a cura di M. Valenti, Pescara 2011
Palazzo comunale, piazza della Maddalena, 16 - 00040
Telefono:
06/93789237 - 06/93789217
Fax:
06/93789229
Situato in Piazza della Maddalena 16, il Museo Civico di Lanuvio è di recente tornato nella sede originaria, che venne distrutta in seguito agli eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale.
Il Museo, allestito nel monastero di San Nilo, fondato nel 1004 sui ruderi di una villa romana, contiene un nucleo iniziato nel 1875, costituito dai materiali raccolti nel corso dei secoli dai monaci basiliani.
La collezione archeologica comprende, oltre che una celebre stele antica, datata tra la fine del V e gli inizi del VI secolo a.C., con giovane defunto seduto, anche numerosi reperti marmorei, sarcofagi, ritratti tra cui uno di Alessandro Magno e uno di Costantino; presenta, inoltre, un'interessante serie di iscrizioni per lo più funerarie.
Di grande interesse è anche la raccolta storico-artistica, che va dagli affreschi della chiesa medievale, a ceramiche islamiche e siciliane, oggetti e rari paramenti sacri, come il prezioso Omophorion, palio episcopale in seta e oro, del XIV secolo.
Nel Museo è prevista anche la ricostruzione dell'ipogeo detto "delle Ghirlande", un sepolcro di età imperiale rinvenuto nel 2000 nei pressi della catacomba Ad Decimum e di Grottaferrata, che ha restituito i sarcofagi e le deposizioni do Aebutia Quarta e di T. Carvilinus Gemellus, rispettivamente padre e figlio. Tra gli oggetti del corredo si segnala anche un prezioso anello in oro e cristallo di rocca.
Il Centro internazionale d’arte contemporanea è ospitato all’interno del Castello Colonna, la cui fondazione risale all’XI secolo, e che, acquistato dal comune di Genazzano che, con il sostegno della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio, ha potuto avviare alcuni importanti lavori di restauro, realizzati non solo nel senso conservativo della struttura, ma pure in funzione della nuova destinazione museale, che negli anni ha visto il Castello e il Ninfeo bramantesco trasformarsi prima in Polo, poi in Centro Internazionale d’Arte Contemporanea (CIAC).
Il C.I.A.C. si configura come un’istituzione finalizzata alla promozione dell’espressione artistica contemporanea attraverso l’offerta di borse residenziali internazionali per giovani artisti, cui si affianchino sinergicamente attività di formazione, laboratori di restauro e sistemi di comunicazione di alta tecnologia, in grado di produrre effetti positivi sul territorio dal punto di vista culturale ed economico.
Al piano nobile si segnala la cosiddetta Cappella del principe, con affreschi riferiti all’ambito del Cavalier d’Arpino, e le numerose e ampie sale, alcune delle quali con soffitti lignei a cassettoni con decorazioni originali, dove attualmente vengono allestite le mostre temporanee.
Al secondo piano alcuni ambienti ospitano un’esposizione permanente di opere dell’artista genazzanese Scipione Vannutelli (1834 - 1894), attivo principalmente nella capitale dove si formò nello studio di Tommaso Minardi, giungendo nel 1883 a partecipare ad un’esposizione del gruppo In Arte Libertas. Nel primo ambiente si segnala in particolare il grande olio su tela raffigurante “Donne che portano l’acqua”, in cui le vesti all’antiche e le pose delle figure richiamano atmosfere simboliste. La seconda sala raccoglie numerosi acquarelli su carta con ritratti femminili, mente nei due ambienti successivi sono esposti disegni preparatori e studi, sempre per acquarello, per costumi e maschere d’ispirazione settecentesca.
Oltre alle esposizioni permanenti, il Castello è sede di manifestazioni temporanee di arte nazionale e internazionale, anche correlate al laboratorio di restauro e alla biblioteca specializzata, al fine di creare uno spazio operativo di fermento artistico e culturale, oltre ogni statica visione di museo come semplice luogo espositivo.
Convento dei Frati Cappuccini di S. Francesco - Via Cardinale Massaia, 26 - 00040
Telefono:
06/94286601 - 06/9420400
Fax:
06/94286624
Ospitato all’interno del convento dei Cappuccini, il Museo raccoglie materiali tradizionalmente riferiti all’attività missionaria del cardinale Guglielmo Massaia (1809 - 1889) in Etiopia, dove rimase ben trentacinque anni (1846 - 1879) con l’incarico di dirigere il Vicariato apostolico dei Galla.