Il Comune della settimana: Roviano
Sull'origine del nome del paese ci sono due teorie: alcuni sostengono la tesi secondo cui Roviano deriverebbe dagli alti rovi che vi crescevano; lo storico Nibby lo fa invece risalire alla famiglia romana dei Rubrii, insediatisi nella zona dopo la sottomissione degli Equi avvenuta nel 304 a.C. A questo popolo italico sembrerebbero risalire le bellissime mura poligonali da qualche anno messe in luce, insieme ad altre strutture e numerosissimi resti fittili d'epoca romana, in località Levata.
Il caratteristico centro storico, il cui primitivo impianto risale a circa mille anni fa, si sviluppa lungo il colle per linee concentriche spezzate da un dedalo di viuzze ed è chiuso, a nord-ovest, dalla gotica Porta Scaramuccia, abbattuta dal Comune nel 1878 e ricostruita da Camillo Massimo nel 1880 (il nome risale ad un conflitto armato del 1570 tra i Colonna e i signori di Arsoli per il possesso dell'Acqua Meliga).
Inizialmente possedimento dell'Abbazia di Subiaco poi dal '200 feudo dei vari rami della famiglia Colonna, è appartenuto per brevi periodi anche agli Orsini, come affittuari (1458) ed ai Barberini (1625). Il castello ed i numerosi possedimenti baronali vennero acquistati dai Massimo (1872), poi dai Brancaccio (1902) ed infine dal Comune (1979).
Attualmente il Castello Brancaccio è sede del primo Museo demo - etno - antropologico istituito nella Regione Lazio.
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