Il territorio di Arcinazzo Romano

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Arcinazzo Romano è il centro della Valle dell’Aniene che sorge a più alta quota, 850 m s.l.m., sui rilievi calcarei dei Monti Affilani, caratterizzati da fenomeni di carsismo piuttosto diffusi, ampi boschi, ricchezza di sorgenti e corsi d’acqua, elementi che rendono particolarmente interessante l’area sia dal punto di vista ecologico che paesaggistico.
Durante il periodo pre-protostorico, il territorio arcinazzese appare, a causa della natura impervia ed isolata dei luoghi, interessata da fenomeni di insediamento sporadico lungo le linee di transumanza, utilizzate per collegare l’area della piana romana con l’entroterra appenninico laziale e abruzzese. Questo quadro, comune a tutta l’area del bacino idrografico della Valle dell’Aniene, viene ricondotto ad una certa unità nel periodo pre-romano attraverso lo sviluppo degli insediamenti di alcuni popoli autoctoni con i quali la stessa Roma ebbe a confrontarsi nei primi secoli del proprio sviluppo territoriale nel Latium Vetus, tra cui gli Equi sembrano aver giocato un ruolo predominante nella zona in oggetto. È in effetti comunemente considerato che il municipium di Afilae, dotato di ordo decurionum e collegi sacerdotali, nel territorio del quale sarebbe sorta in seguito la Villa di Traiano e, nel medioevo, il centro di Ponza - Arcinazzo, ricadesse sotto il controllo di genti eque di origine osco-umbra, di cui costituiva uno degli oppida fortificati di altura, finalizzati al controllo territoriale, utilizzati nel corso delle guerre che tra V e IV sec. a. C. portarono Roma alla vittoria definitiva del 304, secondo quanto riferito dallo storico Tito Livio. Nel corso dell’età romana, gli effetti della suddivisione territoriale dell’area risalente già al 133 a.C. come attestato dal Liber Coloniarum, finalizzata all’ottimale sfruttamento agricolo, diedero origine a un sistema di villae rusticae, particolarmente sviluppato nella fascia pedemontana, dalle quali nel Medioevo si originò il sistema delle massae.
Grande protagonista di questi avvenimenti nell’area della Valle dell’Aniene fu l’abbazia benedettina di Subiaco, fondata da S. Benedetto all’inizio del VI sec. Una di queste suddivisioni amministrative è nota dalle fonti come Massa Pontiana da cui deriverebbe la prima denominazione del nucleo abitato dell’odierna Arcinazzo Romano chiamato, appunto, Ponza: in seguito la denominazione si modificherà in Ponza d’Arcinazzo. Quest’ultimo termine, di discussa origine, potrebbe derivare dalla corruzione e volgarizzazione di “arx” che stava ad indicare un’area sommitale fortificata.
Il nome attuale fu introdotto solo dopo l’Unità d’Italia, nel 1892. La prima citazione che si ha del toponimo di Ponza è datata al 720 nel Liber Censuum di Cencio Savelli, che sarà Papa col nome di Onorio III; il Regesto Sublacense, nel 923, associa al toponimo un centro abitato. Si parla esplicitamente di un castello fortificato solo nel 1109 nel Chronicon Sublacense. Molti resti del passato medievale dell’abitato sono tuttora ravvisabili nel centro storico, principalmente riconducibili a torri e, in generale, all’apparato difensivo. Da fonti storiografiche è conservato il nome di un possessore del feudo durante l’XI sec.: si tratta di Ildemondo, capostipite della famiglia di Papa Alessandro IV. Di probabile origine longobarda, Ildemondo entrò in contrasto con l’Abate di Subiaco che, grazie all’aiuto delle milizie papali, riuscì a riportare Ponza e Affile sotto il dominio dell’Abbazia.
Nonostante alcuni episodi di ribellione, il castrum rimase nei secoli successivi nell’orbita benedettina e, in seguito, dello Stato Pontificio, rendendosi protagonista di episodi di un certo rilievo nella storia locale: tra questi si annovera, nel 1435, la distruzione da parte di Ponza ed Affile del Castello di Roccasecca, castrum collocato nei pressi dell’attuale centro di Roiate, nonché l’attiva partecipazione dei ponzesi al conflitto tra Francia e Stato Pontificio nel periodo della proclamazione della Repubblica Romana (1798-1799). Per quanto riguarda i secoli precedenti l’Unità d’Italia, la documentazione si fa frammentata, evidenziando comunque un assoggettamento al potere ecclesiastico.
Percorrendo il dedalo di vicoli che attraversano il centro storico di Arcinazzo Romano, è possibile notare le strutture della Chiesa di Santa Maria Assunta. In principio molto modesta, venne ampliata nel 1575 e risistemata definitivamente nel XIX secolo. Il portale d’ingresso proviene dalla Villa Imperiale di Traiano e fu aggiunto nel 1629. Oggi la chiesa, recentemente restaurata, si presenta a tre navate con volta a botte; l’altare è anch’esso composto da marmi provenienti dalla Villa, come i due capitelli utilizzati con funzione di acquasantiere.
Incerta l’originaria destinazione della torre campanaria, una struttura a pianta quadrata del XII secolo: si è supposta una sua funzione difensiva, anche se tale ipotesi non è stata altrimenti supportata da indagini archeologiche. La Cappella di Santa Lucia, piccolo tempio che sorge nel centro storico, risale al XVI secolo e contiene gli affreschi raffiguranti i Santi Lucia, Caterina e Francesco, mentre sulla volta è dipinta la Vergine col Bambino, opere di Silvestro Coardi. Da segnalare, inoltre, la Chiesa di San Giorgio, fondata nel 1575 e contenente una raffigurazione peculiare del Santo in vesti medievali, la Chiesa della Croce e la piccola Chiesa di Sant’Antonio Abate.
Nei pressi del paese sono collocati gli Altipiani di Arcinazzo, località turistica a circa 850 m s.l.m., rinomata per il suo suggestivo paesaggio naturale. Oggi gli Altipiani sono un’importante attrazione, apprezzata d’estate per la temperatura mite e d’inverno per la vicinanza alle stazioni sciistiche di Campo Staffi, Campocatino e Monte Livata.
In questa zona incontaminata l’imperatore Traiano volle la propria residenza extraurbana.
 
(testo: coop. Il Betilo)

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